Oggi ricorre il 99° anniversario della morte di Federigo Tozzi (Siena, 1º gennaio 1883 – Roma, 21 marzo 1920). Tozzi è stato uno scrittore italiano.

Per molto tempo è stato poco conosciuto al grande pubblico. Ma, nel corso dei decenni dopo la sua morte, le sue opere sono state rivalutate dai critici. Ora è considerato uno dei più importanti narratori italiani del Novecento. Il suo romanzo più conosciuto è Con gli occhi chiusi. Da tale romanzo è stato tratto l'omonimo film del 1994, diretto dalla regista Francesca Archibugi. Vedi la voce Con gli occhi chiusi (film) su Wikipedia.

Delle sue opere ricordiamo i romanzi Tre croci (1920), Con gli occhi chiusi (1919), Il podere (1918) e la raccolta di racconti Giovani e altre novelle, 1920.

Alcuni pensieri tratti dalle sue opere:
«Voglio lasciare inalterati, così come sono e si presentano in una qualunque porzione di realtà guardata, tutti gli elementi della vita.» — Federigo Tozzi, Pagine critiche, 1993.
«Andava verso la città sovra la quale si raccoglieva una dolcezza d'azzurro, tra le colline l'una più soave dell'altra. Quella bellezza meravigliosa l'umiliava.» — Con gli occhi chiusi, 1919.
«Tristezza come l'acqua che rimane quando ci siamo lavati.» — Un'allucinazione, Giovani e altre novelle, 1920.
«Noi vediamo che, quando l'uomo respinge Dio, diventa servo delle passioni, tiranneggiato dalla bestia interna, affumicato dall'ignoranza, pazzo. [...] Noi dopo avere ansimato, in una notte afosa, per viottoli serpeggianti che sboccavan su precipizi e in paludi, abbiamo ritrovato la Via, la Verità e la Vita.» — La nostra fede, La Torre, 1913.
«Vi sono dolcezze che fanno male quanto il dolore.» — Ricordi di un impiegato, 1919.

Che dire? Le opere di Tozzi richiedono lettori maturi in grado di superare gli ostacoli di una prosa scostante e triste. Per chi volesse cimentarsi nella lettura di una o due delle sue opere consigliamo i romanzi Tre croci e Con gli occhi chiusi.