Continuiamo la pubblicazione dell'anteprima del romanzo Verso Shangri-La di Maurizio Feruglio.

La pagina che oggi ti proponiamo in visione, ha come tema Crepaccio.

La campagna di prevendita è in corso! Per informazioni e per prenotare il romanzo fai clic sul pulsante qui sotto.

Link: https://bit.ly/3iXofgC

Nota: se vuoi leggere il testo direttamente dall'immagine, fai clic sull'immagine con il pulsante destro del mouse e seleziona la voce Apri immagine in un'altra scheda. Potrai fare lo zoom dell'immagine e leggere comodamente il testo. Qui sotto riportiamo ugualmente il testo non formattato:

«Scendo io», fece Yoèl. «Questi crepacci sono infidi, li conosco bene.»
In quattro lo calarono giù. Le posò la mano sul collo e sibilò nel comunicatore: «È viva.» Non voleva con le vibrazioni vocali smuovere il fragile seracco, sarebbero potuti sprofondare di decine di metri. Tramite un moschettone agganciò la corda all’imbracatura di Jàleh. Kàled gli disse di prendere il riparatore cellulare e il rilevatore di funzioni vitali dallo zaino di Jàleh. Con molta cura sfilò lo zaino e prese i due oggetti. Attraverso il comunicatore Kàled gli diede le istruzioni per il funzionamento.
«Non ha nessun osso rotto, sono presenti solo una lieve commozione cerebrale e una distorsione alla caviglia destra. La neve fresca ha attutito la caduta», li informò Yoèl. Le tolse il casco, attivò il riparatore e irrorò l’area contusa del cranio finché non riprese i sensi. «Stai calma Jàleh, non ti muovere, è tutto a posto. Sei caduta in un crepaccio, ma ti tiriamo fuori», le disse con voce amorevole. Ancora stordita fece cenno con le palpebre. «Ora ti medicherò la caviglia, così non sentirai dolore quando ti isseremo.»
«Grazie», le uscì dalla bocca ancora intorpidita.
Yoèl si tolse la sciarpa e, dopo averla piegata, gliela pose sotto la testa. Con molta cura iniziò a togliere lo scarpone. Jàleh fece una smorfia di dolore. Sfilò la calza fino a scoprire la caviglia; era tumefatta e si stava gonfiando. Usò il riparatore. Dopo due minuti il gonfiore si arrestò e iniziò a regredire.
«Se la muovo, ti fa male?» chiese prendendo il piede tra le mani e imprimendogli dei movimenti circolari. Jàleh emise un grido soffocato più significativo di mille parole. Continuò a irrorare la caviglia per altri due minuti e ripeté di nuovo l’operazione al piede. Questa volta Jàleh non sentì dolore. Irrorò per un altro minuto, quindi risistemò la calza. Le massaggiò il piede che, nonostante il calore generato dal riparatore, le si era infreddolito. Poi le infilò lo scarpone. Si dedicò di nuovo alla contusione sulla testa irrorando con il riparatore e scostando i lunghi capelli castani. La tumefazione era tra la fronte e la tempia destra. Chinò la testa per esaminare meglio la ferita.
Mentre era intento a curarla, si accorse che Jàleh lo fissava. Il suo sguardo si posò sugli occhi verde brillante che lo scrutavano e, per alcuni istanti, il mondo svanì; esistevano solo i loro sguardi

Sito ufficiale: https://www.verso-shangri-la.it

Link: https://bit.ly/3iXofgC