Il cavaliere inesistente è un romanzo scritto da Italo Calvino e pubblicato nel 1959. Il romanzo è l'ultimo atto della trilogia araldica I nostri antenati composta anche da Il barone rampante (1957) e da Il visconte dimezzato (1952).

Per la trilogia I nostri antenati, Calvino fu premiato nel 1960 con il Premio Salento. Il cavaliere inesistente fu omaggiato del premio Enrico Lucci nel 2016.
Il romanzo narra la storia di Agilulfo, un paladino, che è un'armatura, e solo quella. Il paladino è del tutto incentrato sul dovere e le regole, senza che evidenzi alcun sentimento. Il personaggio può ben rappresentare l'inesistente rapporto tra la realtà e l’uomo moderno.
Nel suo Invito alla lettura di Calvino, Giuseppe Bonura ebbe a scrivere: «[Agilulfo è] il simbolo dell'uomo "robotizzato", che compie gesti burocratici con incoscienza quasi assoluta.» — Giuseppe Bonura, Invito alla lettura di Calvino, Mursia, 1972.

Incipit

Sotto le rosse mura di Parigi era schierato l'esercito di Francia. Carlomagno doveva passare in rivista i paladini. Già da più di tre ore erano li; faceva caldo; era un pomeriggio di prima estate, un po' coperto, nuvoloso; nelle armature si bolliva come in pentole tenute a fuoco lento.Non è detto che qualcuno in quell'immobile fila di cavalieri già non avesse perso i sensi o non si fosse assopito, ma l'armatura li reggeva impettiti in sella tutti a un modo. D'un tratto, tre squilli di tromba: le piume dei cimieri sussultarono nell'aria ferma come a uno sbuffo di vento, e tacque subito quella specie di mugghio marino che s'era sentito fin qui, ed era, si vede, un russare di guerrieri incupito dalle gole metalliche degli elmi.
Finalmente ecco, lo scorsero che avanzava laggiù in fondo, Carlomagno, su un cavallo che pareva più grande del naturale, con la barba sul petto, le mani sul pomo della sella. Regna e guerreggia, guerreggia e regna, dài e dài, pareva un po' invecchiato, dall'ultima volta che l'avevano visto quei guerrieri.

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