Continuiamo la pubblicazione dell'anteprima del romanzo Verso Shangri-La di Maurizio Feruglio.
Oggi vogliamo farti leggere due pagine del primo capitolo del romanzo, Prixian. Buona lettura.
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Nota: se vuoi leggere il testo direttamente dall'immagine, fai clic sull'immagine con il pulsante destro del mouse e seleziona la voce Apri immagine in un'altra scheda. Potrai fare lo zoom dell'immagine e leggere comodamente il testo. Qui sotto riportiamo ugualmente il testo non formattato:
Prixian
Data interstellare: 27951-270, tre giorni prima.
«Base stellare Prixian. Qui la Prima Guida del cargo stellare Equus, chiediamo il permesso d’attraccare.»
«Permesso accordato Equus. Fra sessanta secondi sarà disattivato il campo di forze esterno e potrete iniziare la manovra di attracco all’area venticinque.»
Abbagliando lo spazioporto con l’infuocata luce dei potenti retrorazzi, la tozza e piccola nave stellare iniziò la manovra di avvicinamento.
Nell’area vicina, un’altra astronave stava decollando. La torre di controllo disattivò i due campi di forze permettendone il passaggio e poi li riattivò. La nave accese i propulsori quantici, entrò nella distorsione temporale e sfrecciò nel firmamento.
Kàled Sòngan osservava questi avvenimenti con interesse, quasi estasiato dalle potenti forze sprigionate dai propulsori quantici. Si avvicinò alla grande vetrata e osservò le miriadi di stelle che adornavano la Via Lattea. In lontananza scorse, nella spirale multicolore, la galassia vicina: Andromeda. Immersi fra le stelle e attraccati nei ponti esterni, sostavano gli incrociatori galattici, classe Balaenoptera. Lunghi anche sei chilometri, larghi tre e alti uno, potevano avere un equipaggio di due milioni di persone. Davvero delle astronavi titaniche, pensò. Si passò la mano fra i capelli castani e rifletté su quanto sarebbe stato elettrizzante essere la Prima Guida di una di quelle navi. Contemplata tale meraviglia si girò, attivò la piattaforma a levitazione magnetica e si recò all’area d’attracco ventiquattro.
Ammirò la Delphís, un vascello stellare di piccole dimensioni, classe Delphinoidea. Una libellula in confronto alle Balaenoptera; senz’altro più bella, e per giunta tutta sua. Lunga appena cinquanta metri, alta e larga quindici, dimostrava di essere una fuoriclasse. Grazie alla linea affusolata, ricordava molto da vicino le sembianze di un mammifero acquatico presente in molti mondi: il delfino. L’aerodinamica e l’idrodinamica nello spazio non servivano a nulla, ma il viaggio era senza dubbio reso più piacevole dalla soddisfazione di navigare in una bella astronave. In effetti aveva anche un gran cuore, un propulsore di tutto rispetto, un potente propulsore quantico, il modello di serie più veloce mai costruito dall’uomo. A piena potenza raggiungeva, nella distorsione temporale, una velocità emulata paragonabile ai 75.000 km/s. Si mise le mani nelle tasche del giubbetto continuando a guardarla, ma con la mente in fermento. Li avrebbe condotti in un’esaltante avventura.
«Kàled!» lo chiamò Àkram Derýa strappandolo dai pensieri. Si girò. Nell’andatura a passo svelto, ma deciso, arrivava l’alto amico con gli occhi grigio chiaro sprizzanti soddisfazione. «Dalla tua espressione scorgo buone nuove.»
«Sì, davvero buone nuove, è nata una stella!» rispose stringendogli energicamente il braccio. «Finalmente abbiamo l’exponder!» annunciò con solennità.
Kàled spalancò i brillanti occhi verdi. «Dici sul serio? Funziona?»
«Ehm… quasi. Manca qualche ritocco e poi alcuni collaudi, ma ormai è questione di ore», rispose Àkram con fare rassicurante, mentre i biondi capelli ondeggiavano a causa di una folata d’aria calda proveniente da uno sfiatatoio.
«L’importante è che sia tutto pronto per domani. Non abbiamo molto tempo a disposizione», considerò. «Tu torna ai test. Io allerto l’equipaggio. Poi passerò a controllare.»
«Ti aspetto», rispose Àkram cercando di riordinarsi i capelli. Si avviò verso la capsula del teletrasporto.
Kàled rimase a guardare l’amico Sapiente che, dissolvendosi, emetteva un bagliore. Gli faceva sempre un certo effetto veder scomparire così una persona. Il teletrasporto era sempre esistito, o meglio, da migliaia d’anni l’uomo lo utilizzava. Lui stesso l’aveva usato innumerevoli volte; però il sapere che ogni singolo atomo...
Sito ufficiale: https://www.verso-shangri-la.it
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